Un edificio che diventa marketing

Appena arrivati al Museo Ebraico di Berlino, siamo stati colpiti dall’estetica esteriore: un edificio imponente e dal design audace, caratterizzato da linee spigolose e tagli irregolari che sembrano rappresentare simbolicamente le ferite e le fratture della storia.

All’interno, accompagnati dalla nostra guida, siamo stati condotti in diverse stanze concepite per trasmettere emozioni profonde e spesso angoscianti, pensate per avvicinare i visitatori al vissuto di chi ha affrontato guerre, persecuzioni e fughe. Alcuni spazi sono stati creati appositamente per suscitare un senso di disorientamento e oppressione, così da rendere maggiormente la tensione e la paura che accompagnano chi vive in condizioni di pericolo.

Uno dei momenti più forti è stato attraversare un’opera unica: un corridoio ricoperto da migliaia di pezzi di ferro raffiguranti volti sofferenti. Camminare sopra queste sagome, sentendo il metallo produrre un suono acuto sotto i nostri passi, suscitava angoscia e disturbo. Il suono che si generava, richiamava simbolicamente le urla e il dolore di coloro che hanno sofferto.

In conclusione, il Museo Ebraico di Berlino è riuscito a fondere estetica e contenuto in un’esperienza unica, dove ogni dettaglio architettonico e installazione ci ha condotti più a fondo nella comprensione della sofferenza di chi ha vissuto tragedie.

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